L’attuale dibattito politico in corso nel nostro paese sulle cause del traduction - L’attuale dibattito politico in corso nel nostro paese sulle cause del Français comment dire

L’attuale dibattito politico in cor

L’attuale dibattito politico in corso nel nostro paese sulle cause dell’immigrazione dimostra che ci troviamo di fronte ad un’atmosfera di pochezza intellettuale e mancanza di capacità critica di notevoli dimensioni. A «destra» si punta il dito contro l’immigrato invece che sull’immigrazione, fenomeno che è un diretto risultato della globalizzazione dei mercati. La responsabilità del fenomeno migratorio infatti spetta in primo luogo non ai migranti bensì alla logica del Capitale che, dopo aver imposto la divisione internazionale del lavoro ha ridotto l’uomo a merce delocalizzabile. D’altra parte «a sinistra», in nome di un’astratta fratellanza dei popoli, si pensa che i problemi del Terzo Mondo possano essere risolti semplicemente facendo sì che esso si trasferisca in massa sul continente europeo. In realtà l’immigrazione non è auspicabile né per gli immigrati stessi i quali sono costretti ad abbandonare i propri paesi natii – insieme ai loro costumi e le loro tradizioni – per altri in cui sono accolti nel migliore dei casi come suppletivi di bisogni economici, né per i popoli che li accolgono, che si trovano – senza averlo richiesto – dinnanzi a modificazioni anche brutali dell’ambiente umano e urbano in cui vivono. Sembra proprio che gli autoproclamatisi eredi del movimento operaio si siano dimenticati di ciò che diceva Karl Marx nel suo celebre Discorso sul libero scambio ovvero che: «chiamare fraternità universale lo sfruttamento cosmopolitico è una idea che avrebbe potuto nascere solo nella mente della borghesia». Queste enormi masse di lavoratori che giungono da noi sono disponibili infatti – per necessità e condizione, non certo per naturale propensione – a tramutarsi in manodopera a basso costo per il Capitale.

E’ quello che un tempo veniva definito «esercito industriale di riserva» volto alla riduzione dei salari e delle condizioni di vita dei lavoratori locali. In genere a tale argomentazione si risponde «a sinistra» – quella che fa ancora un’analisi dei rapporti fra le classi non quella immersa nella «pappa del cuore» (Hegel) dell’amore per il «diverso» – che la soluzione consisterebbe nel regolarizzare tutti i clandestini in modo che questi non possano essere più sfruttati dal ceto padronale. Si tratta di un’idea alquanto insostenibile: risulta evidente infatti che tale provvedimento avrebbe solo l’effetto di fare affluire altre masse di disperati. Si creerebbe un circolo vizioso da cui sarebbe impossibile uscirne. L’unica maniera per far fronte al dramma dell’immigrazione è comprendere le cause che spingono migliaia di esseri umani a tentare il tutto e per tutto al fine di raggiungere i paesi dell’Europa Occidentale. Benché le migrazioni siano determinate da crisi socio-politiche, spesso amplificate da tragedie naturali e crisi alimentari, è vero anche che queste sono riconducibili al tentativo rivelatosi fallimentare di imporre dall’alto modelli politici democratici. Il percorso spontaneo verso determinate forme di organizzazione sociale sembra sia stato alterato dalla sforzo di imporre a culture estranee a quella europea istituzioni proprie di quest’ultima. L’imposizione da parte dell’Occidente di esportare in maniera coatta il proprio modello di democrazia rappresentativa ha comportato una degenerazione della gestione della «cosa pubblica» sfociata in colpi di stato militari (come in Egitto) o all’anarchia e nella disgregazione dello stato (come in Somalia e in Libia).

I recenti avvenimenti nel mondo arabo hanno infatti scatenato un flusso di profughi e rifugiati dall’Asia, dall’Africa e dal Medio Oriente confermando la tesi secondo la quale l’instabilità politica, abbia spinto molte persone ad abbandonare i paesi natii per accrescere la grande massa dei migranti. Emblematico è il caso della Siria. Sebbene in precedenza il paese sia stato meta di diverse ondate migratorie, le rotte verso l’estero non sembrano essere mai state di così grande portata. Come fatto notare dal Migration Policy Center in un rapporto del giugno 2013, fino ai disordini del 2011, il territorio siriano era considerato prevalentemente un paese di destinazione dei flussi migratori. Il paese infatti dava ai suoi cittadini la possibilità di condurre un’esistenza dignitosa. Non solo, i rifugiati palestinesi presenti sul territorio vivevano in condizioni migliori rispetto a quelle dei loro connazionali rifugiatisi in altri paesi arabi. Per fare un esempio, fino allo scoppio della guerra civile, i palestinesi erano ben inseriti all’interno del mercato del lavoro, incluso quello relativo al settore pubblico dove rappresentavano il 36% della forza lavoro. L’attuale ondata migratoria proveniente dalla Siria è la diretta conseguenza delle condizioni di precarietà politica che si è venuta a determinare a seguito del conflitto che ormai da quattro anni sta insanguinando il paese. Stessa cosa si potrebbe dire per la Libia la quale, fino all’intervento della NATO, lungi dall’essere un paese da cui scappare, ospitava circa un milione e mezzo di immigrati. Gheddafi, ispirato dalla sua politica panafricana, iniziò ad accogliere lavoratori provenienti dall’Africa sub-sahariana. L’inserimento di tali immigrati faceva parte di un più ambizioso programma di ristrutturazione del mercato del lavoro che intendeva impiegare tali popolazioni in settori come l’agricoltura e l’edilizia. La Libia, fino alla caduta del Rais, era la meta di molti migranti provenienti dall’Africa nera, occidentale e dal Corno d’Africa.

Tuttavia il fallimento del tentativo di esportare in maniera coatta il nostro modello di democrazia rappresentativa – in particolare nel mondo arabo e islamico – non deve farci cadere nell’idea dal sapore vagamente razzista che gli altri popoli della Terra non possano essere governati bene che da un despota. Si tratta di una teoria sbagliata perché parte dal presupposto che la nostra forma di democrazia sia l’unica esistente. Le radici della convinzione che il principio democratico sia esclusivamente occidentale risiedono nella constatazione che esso è nato ad Atene nel v sec. a.C. e che lo stesso termine democrazia deriva da due parole greche. Sostenere una tesi su argomentazioni di tipo geografico (oltre che etimologico) non ha basi storiche né scientifiche. Come ha mostrato Amartya Sen nel suo libro La democrazia degli altri vi è un’ampia storia di pluralismo e partecipazione pubblica anche in altre società diverse da quelle occidentali. Già i primi concili buddisti, dopo la morte di Gautama Buddha, si occupavano di redimere controversie religiose e di espandere la comunicazione pubblica. In Cina il principe Shotoku introdusse nel 604 d.C. una costituzione relativamente liberale nota come «La Costituzione dei diciassette articoli». Nell’Islam il concetto di Shūrā, principio che statuisce direttamente dal Corano, afferma che è la comunità dei credenti che, attraverso un’assemblea di persone qualificate, deve designare la propria guida, il capo della Umma, il quale ha il compito di esercitare il potere decisionale consultandosi con tale assemblea, pena la destituzione. Potremmo dire in estrema sintesi che la democrazia è certamente un valore universale comune a tutti i popoli della terra ma come tale deve essere veicolata attraverso una cultura particolare.
0/5000
De: -
Vers: -
Résultats (Français) 1: [Copie]
Copié!
Le débat politique actuel dans notre pays sur les causes de l'immigration montre que nous sommes confrontés à une atmosphère d'insuffisance intellectuelle et le manque de capacités critiques de taille considérable. « Droit » est pointant du doigt immigrants plutôt que sur l'immigration, qui est une conséquence directe de la mondialisation. La responsabilité du phénomène migratoire, en fait, pas principalement aux immigrés, mais à la logique du capital, après avoir imposé la division internationale du travail a réduit l'homme aux biens transférés. D'autre part « gauche » au nom d'une confrérie abstraite des peuples, on croit que les problèmes du tiers monde peuvent être résolus simplement en veillant à ce qu'il se déplace massivement sur le continent européen. En fait, l'immigration n'est pas souhaitable, ni pour les immigrants eux-mêmes qui sont contraints d'abandonner leur terre natale – ainsi que leurs coutumes et traditions – pour les autres est les bienvenus au mieux, comme des besoins économiques, complémentaires ou pour les personnes qui les reçoivent, se trouvant – spontanées – devant également les modifications de l'environnement humain et la vie urbaine brutale. Il semble que l'auto proclamé héritiers du mouvement ouvrier, on a oublié ce que Karl Marx a dit dans son célèbre discours gratuite commerce qui: « appelez fraternité universelle exploitation cosmopolite est une idée qui ne pouvait venir que dans l'esprit de la bourgeoisie ". Ces énormes masses de travailleurs qui viennent chez nous sont disponibles – pour les besoins et l'État, certainement pas pour l'inclination naturelle – devenir une main-d'œuvre bon marché pour la capitale.C'est ce qui a été une fois défini comme « armée de réserve industrielle » visant à la réduction des salaires et des conditions de vie des travailleurs locaux. Généralement cette argument répond « laissé » – celui qui a toujours fait une analyse des relations entre les classes pas plongé dans « food coeur » amour (Hegel) « différent » – que la solution serait de légaliser tous les clandestins afin que ceux-ci ne peuvent être exploitées par la classe de maître. L'idée n'est pas un peu viable : il est clair qu'une telle mesure n'aurait pour effet d'écoulement autres masses de personnes désespérées. Elle créerait un cercle vicieux d'où il serait impossible de s'échapper. La seule façon de traiter avec le drame de l'immigration est de comprendre les raisons qui poussent des milliers d'êtres humains à tout tenter pour rejoindre les pays d'Europe occidentale. Bien que les migrations sont déterminées par la crise socio-politique, souvent amplifiée par les tragédies naturelles et les crises alimentaires, il est également vrai qu'elles sont liées à la tentative s'est avérée infructueuse d'imposer par dessus des modèles politiques démocratiques. Le chemin d'accès vers certaines formes d'organisation sociale spontanée semble ont été modifiés par l'effort pour imposer des cultures étrangères aux institutions européennes de ce dernier. Imposition de l'Occident d'exportation d'une manière forcée le modèle de la démocratie représentative a conduit à une dégénérescence de la « gestion publique » a conduit à coups d'État militaires (par exemple, Egypte) ou à l'anarchie et la désintégration de l'État (comme en Somalie et la Libye).Les événements récents dans le monde arabe ont déclenché un flot de personnes déplacées et de réfugiés en provenance d'Asie, en Afrique et au Moyen-Orient, confirmant l'argument que l'instabilité politique, a poussé beaucoup de gens à abandonner leurs terres ancestrales pour soulever une masse importante de migrants. Emblématique est le cas de la Syrie. Bien que le pays a été visité par plusieurs vagues d'immigration, les itinéraires externes ne semblent pas avoir jamais été si profondes. Comme l'a souligné le centre de politique de Migration dans un rapport en juin 2013, jusqu'à 2011 troubles, territoire syrien était considéré comme principalement un pays de destination des flux migratoires. Le pays a en fait donné ses citoyens la possibilité de mener une vie décente. Non seulement cela, les réfugiés palestiniens dans la région vivaient en meilleur état que ceux de leurs compatriotes réfugiés dans d'autres pays arabes. Par exemple, jusqu'au déclenchement de la guerre civile, les Palestiniens étaient bien placés au sein du marché du travail, notamment dans le secteur public représenté 36 % de la population active. L'actuelle vague d'immigration venant de Syrie est une conséquence directe des conditions d'instabilité politique qui a été décidé à la suite du conflit que pendant quatre ans le pays saigne partout. Même chose pourrait être dit pour la Libye, qui, jusqu'à l'intervention de l'OTAN, loin d'être un pays à partir d'où s'échappent était d'environ million et demi d'immigrants. Kadhafi, inspiré par sa politique Pan-africaine, a commencé à accueillir des travailleurs originaires d'Afrique subsaharienne. L'inclusion de ces immigrés faisait partie d'un programme plus ambitieux de restructuration du marché du travail qui a voulu employer des peuples autochtones dans des domaines comme l'agriculture et de la construction. Jusqu'à la chute des Rais, la Libye, a été la destination pour de nombreux migrants d'Afrique subsaharienne et la corne de l'Afrique.Tuttavia il fallimento del tentativo di esportare in maniera coatta il nostro modello di democrazia rappresentativa – in particolare nel mondo arabo e islamico – non deve farci cadere nell’idea dal sapore vagamente razzista che gli altri popoli della Terra non possano essere governati bene che da un despota. Si tratta di una teoria sbagliata perché parte dal presupposto che la nostra forma di democrazia sia l’unica esistente. Le radici della convinzione che il principio democratico sia esclusivamente occidentale risiedono nella constatazione che esso è nato ad Atene nel v sec. a.C. e che lo stesso termine democrazia deriva da due parole greche. Sostenere una tesi su argomentazioni di tipo geografico (oltre che etimologico) non ha basi storiche né scientifiche. Come ha mostrato Amartya Sen nel suo libro La democrazia degli altri vi è un’ampia storia di pluralismo e partecipazione pubblica anche in altre società diverse da quelle occidentali. Già i primi concili buddisti, dopo la morte di Gautama Buddha, si occupavano di redimere controversie religiose e di espandere la comunicazione pubblica. In Cina il principe Shotoku introdusse nel 604 d.C. una costituzione relativamente liberale nota come «La Costituzione dei diciassette articoli». Nell’Islam il concetto di Shūrā, principio che statuisce direttamente dal Corano, afferma che è la comunità dei credenti che, attraverso un’assemblea di persone qualificate, deve designare la propria guida, il capo della Umma, il quale ha il compito di esercitare il potere decisionale consultandosi con tale assemblea, pena la destituzione. Potremmo dire in estrema sintesi che la democrazia è certamente un valore universale comune a tutti i popoli della terra ma come tale deve essere veicolata attraverso una cultura particolare.
En cours de traduction, veuillez patienter...
Résultats (Français) 2:[Copie]
Copié!
Le débat politique actuel dans notre pays sur les causes de la migration montre que nous sommes confrontés à une atmosphère de rareté intellectuelle et le manque de compétences de pensée critique de taille considérable. Un «droit» est pointé du doigt l'immigré à la place de l'immigration, un phénomène qui est une conséquence directe de la mondialisation des marchés. La responsabilité du phénomène migratoire en fait, il est surtout de ne pas les migrants, mais à la logique du capital qui, après l'imposition de la division internationale du travail a réduit l'homme à une marchandise déménagé. D'autre part, "à gauche", au nom d'une fraternité abstraite des peuples, on pense que les problèmes du Tiers Monde peuvent être résolus simplement en veillant à ce qu'il se déplace à la masse sur le continent européen. En réalité, l'immigration est pas non plus souhaitable pour les immigrants eux-mêmes qui sont contraints de fuir leurs terres natales - avec leurs coutumes et leurs traditions - pour les autres comme ils sont accueillis dans le meilleur des cas, en sus de besoins économiques, ni pour les gens qui les reçoivent, qui sont - spontanément - avant trop brutal à des modifications de l'environnement humain et l'environnement urbain dans lequel ils vivent. Il semble que les héritiers autoproclamés du mouvement syndical ont oublié ce que Karl Marx a dit dans son célèbre discours sur le libre-échange, ou que «appeler l'exploitation cosmopolite fraternité universelle est une idée qui ne pouvait être né dans l'esprit de la bourgeoisie." Ces énormes masses de travailleurs qui viennent à nous sont disponibles, en fait - aux besoins et à la situation, pas pour inclination naturelle - de se transformer en travail pas cher pour le capital. Et 'ce qui était autrefois appelé "armée industrielle de réserve" face la réduction des salaires et des conditions de vie des travailleurs locaux. Typiquement cet argument est répondu «gauche» - celui qui fait encore une analyse des relations entre les classes est pas immergé dans la "gelée du cœur" (Hegel) de l'amour pour le «différent» - que la solution serait de régulariser tous les immigrés clandestins afin qu'ils ne peuvent pas être exploitées par la classe de maître. Il est une idée tout à fait intenable est évident que cette mesure aurait seulement pour effet de rendre les autres flux de masses désespérées. Il créerait un cercle vicieux dont il serait impossible de sortir. La seule façon de traiter avec le drame de l'immigration est de comprendre les causes qui poussent des milliers d'êtres humains dans le tâtons tous les sens afin d'atteindre les pays d'Europe occidentale. Bien que la migration est déterminée par les crises socio-politiques, souvent amplifiés par des tragédies naturelles et les crises alimentaires, il est également vrai que ce sont attribuables à tentative infructueuse prouvé d'imposer des modèles de grandes politiciens démocrates. Le chemin spontanée à certaines formes d'organisation sociale semble avoir été modifiée par l'effort pour imposer des cultures étrangères aux institutions européennes propres à ce dernier. L'imposition par l'Occident d'une manière forcée d'exporter son modèle de la démocratie représentative a conduit à une dégénérescence de la gestion des affaires publiques "" conduit à des coups d'État militaires (comme en Egypte) ou de l'anarchie et de la désintégration de l'Etat (comme en Somalie et en Libye). Les événements récents dans le monde arabe ont en effet suscité un afflux de réfugiés et des réfugiés en provenance d'Asie, d'Afrique et du Moyen-Orient, confirmant la thèse que l'instabilité politique, a conduit de nombreuses personnes à fuir leurs terres ancestrales pour augmenter le volume des migrants. Emblématique est le cas de la Syrie. Bien que déjà le pays était une destination pour plusieurs vagues de migration, les liaisons vers des pays étrangers ne semblent pas avoir jamais visité ces grandes proportions. Comme l'a souligné le Centre des politiques migratoires dans un rapport en Juin 2013, jusqu'à des émeutes de 2011, le territoire syrien était considéré comme essentiellement un pays de destination des flux migratoires. Le pays, en fait, a donné à ses citoyens la chance de mener une existence digne. Non seulement cela, les réfugiés palestiniens dans la région vivaient dans des conditions meilleures que celles de leurs compatriotes qui ont fui vers d'autres pays arabes. Par exemple, jusqu'à l'éclatement de la guerre civile, les Palestiniens ont été bien intégrés dans le marché du travail, y compris celles relatives à la population où il a représenté 36% de la population active. La vague actuelle de l'immigration de la Syrie est une conséquence directe des conditions d'instabilité politique qui a été déterminé à la suite du conflit qui depuis maintenant quatre ans ensanglante le pays. Même chose pourrait être dit pour la Libye qui, jusqu'à l'intervention de l'OTAN, loin d'être un pays à partir duquel échapper, logé sur les immigrants d'un million et demi. Kadhafi, inspiré par sa politique pan-africaine, a commencé à accueillir des travailleurs de l'Afrique subsaharienne. Y compris ces immigrants était partie d'un programme plus ambitieux de restructuration du marché du travail qui voulait utiliser ces populations dans des domaines tels que l'agriculture et la construction. Libye, jusqu'à ce que la chute du Rais, était la destination de nombreux migrants d'Afrique noire, Afrique de l'Ouest et dans la Corne de l'Afrique. Cependant, l'échec de la tentative d'exporter dans un forcée de notre modèle de démocratie représentative - en particulier dans le monde monde arabe et islamique - ne doit pas nous faire tomber dans l'idée vaguement raciste que les autres peuples du monde ne peut être gouverné par un despote que bon. Il est une théorie erronée suppose que parce que notre forme de démocratie est tout ce qu'il ya. Les racines de la croyance que le principe démocratique est exclusivement occidentale résident dans le fait qu'il est né à Athènes au Ve siècle. Colombie-Britannique et que le mot démocratie est dérivé de deux mots grecs. Soutenir une thèse sur des arguments de géographique (et étymologique) elle n'a aucun fondement historique ou scientifique. Comme Amartya Sen l'a montré dans son livre Démocratie d'autres, il ya une grande histoire de pluralisme et de participation du public dans d'autres sociétés autres que l'Ouest. Déjà les premiers conciles bouddhistes, après la mort de Gautama Bouddha, étaient préoccupés par les controverses religieuses rachat et d'élargir la communication publique. Chine prince Shotoku en 604 AD a introduit une Constitution relativement libérale connue sous le nom "La Constitution de dix-sept articles." Dans l'Islam, le concept de principe de la Choura pouvoir directement du Coran dit qu'il est la communauté des croyants qui, à travers un ensemble de personnes qualifiées, doit nommer son propre guide, le chef de l'Umma, qui a la tâche de l'exercice le pouvoir de décider en consultation avec l'Assemblée, sous peine de licenciement. Nous pourrions dire en résumé que la démocratie est certainement une valeur universelle commune à tous les peuples de la terre, mais en tant que telle elle doit être communiquée à travers une culture particulière.





En cours de traduction, veuillez patienter...
Résultats (Français) 3:[Copie]
Copié!
La raison de notre débat politique en cours montrent que l'immigration insuffisante face à l'atmosphère et le manque de connaissances considérable de la capacité de critique.Le droit de l'immigration du doigt est, le phénomène de l'immigration et, est une conséquence directe de la mondialisation des marchés.En fait, la responsabilité du phénomène de la migration est tout d'abord les travailleurs migrants n'ont pas la logique du capital, mais après la mise en place, la Division internationale du travail que les produits delocalizzabile.D'autre part, "sinistra », l'amitié entre représentant un abrégé du peuple,Que les problèmes du tiers monde peut être résolu, le public qu'il va vers le continent européen.En fait, l'immigration est l'immigration n'est pas souhaitable ou leur ont été contraints de quitter leur maison et leur pays et leurs vêtements traditionnels, d'autres ont accepté, dans le meilleur des cas, comme la demande économique supplémentaire, ni recevoir de leurs peuples,Ils n'ont pas d'exigences - même dans la vie de changement brutal de l'environnement et les gens de la ville.On dirait qu'il est autoproclamatisi le mouvement ouvrier hérité célèbre discours dit Marx dit: le libre - échange"Le développement du nom de cosmopolitico humanitaire peut être un coeur borghesia » est né.Ces masses de travailleurs énorme, on est en fait nécessaire de la tendance existant et conditions – naturel, ne doit pas devenir un travail bon marché de capitaux.

C'est un appelé "le temps de l'industrie militaire réduite, où les conditions de vie des travailleurs de salaire de la réserve.Cette affirmation est généralement répondu "Analyse sinistra » - est encore les relations entre les classes est immergé dans le" coeur "(Hegel) de la bouillie de l'amour, de solutions de régularisation est différente, dans tous ces illégal de l'exploitation de la classe ne pourrait être plus élevé.L'idée est intenable:Bien évidemment, cela aura un impact sur d'autres uniquement au désespoir des masses.Tu ne sera pas possible de rompre le cercle vicieux.La seule façon de faire face à la tragédie qui, en raison de l'immigration, des milliers de personnes tentent d'atteindre les pays d'Europe occidentale.Bien que l'immigration est une crise politique de la société, de la nature de la crise et améliorer la tragédie souvent des aliments, il est vraiment, qui remonte à la faillite de tentatives de mode de la démocratie politique imposée.Efforts de trajet à l'organisation sociale une certaine forme spontanément semble avoir changé pour les institutions de la culture étrangère et l'Europe elle - même.Les pays occidentaux obligatoire de l'exportation de la démocratie représentative de son mode de gestion des affaires publiques à "la dégradation qui provoque un coup d'État militaire (Égypte) et de l'anarchie de la désintégration ou dans le pays (tels que la Somalie et la Libye

).Les événements récents ont suscité de première classe des réfugiés du monde arabe de l'Asie, de l'Afrique et du Moyen - Orient a de nouveau affirmé que l'instabilité politique, qui a suscité de nombreuses personnes à quitter leur foyer pour améliorer de beaucoup de pays d'immigration.Un exemple typique est la Syrie.Bien que le pays contrairement à avant la voie de migration de demi - onde, ne semblent pas la portée de cette taille.Indique comment la politique d'immigration au centre de juin 2013, le taux de l'insurrection, en 2011, la Syrie est considéré comme pays de destination des migrants.De la vie de ses citoyens de vivre dans la dignité de possibilités en fait.En outre, la vie des réfugiés de Palestine dans de meilleures conditions que leurs concitoyens dans les autres pays arabes.Par exemple, jusqu'à la fin de la guerre, de la main - d'œuvre sur le marché intérieur des Palestiniens a été inséré,36% de la main - d'œuvre compris dans les services publics.Courant d'immigrés dans des conditions d'instabilité politique de la Syrie, sont le résultat direct du conflit de quatre ans après la détermination, c'est à travers le pays.On pourrait dire la même chose de Libye,Avant l'intervention de l'OTAN, loin d'être un pays, à environ 50 millions de migrants.Encouragée par la politique de Kadhafi, a commencé à recevoir panafricain de travailleurs, c'est de l'Afrique subsaharienne.Une partie d'insertion, le plan le plus ambitieux de ces immigrants, l'intention d'utiliser ces personnes sur le marché du travail dans le domaine de l'agriculture et de la construction.Jusqu'à ce que la Libye a diminué de moitié, améliorer, noirs, de nombreux migrants originaires d'Afrique, d'angle et de l'Afrique de l'Ouest

.
En cours de traduction, veuillez patienter...
 
Autres langues
l'outil d'aide à la traduction: Afrikaans, Albanais, Allemand, Amharique, Anglais, Arabe, Arménien, Azéri, Basque, Bengali, Birman, Biélorusse, Bosniaque, Bulgare, Catalan, Cebuano, Chichewa, Chinois, Chinois traditionnel, Cingalais, Corse, Coréen, Croate, Créole haïtien, Danois, Détecter la langue, Espagnol, Espéranto, Estonien, Finnois, Français, Frison, Galicien, Gallois, Gaélique (Écosse), Grec, Gujarati, Géorgien, Haoussa, Hawaïen, Hindi, Hmong, Hongrois, Hébreu, Igbo, Irlandais, Islandais, Italien, Japonais, Javanais, Kannada, Kazakh, Khmer, Kinyarwanda, Kirghiz, Klingon, Kurde, Laotien, Latin, Letton, Lituanien, Luxembourgeois, Macédonien, Malaisien, Malayalam, Malgache, Maltais, Maori, Marathi, Mongol, Norvégien, Néerlandais, Népalais, Odia (oriya), Ouzbek, Ouïgour, Pachtô, Panjabi, Persan, Philippin, Polonais, Portugais, Roumain, Russe, Samoan, Serbe, Sesotho, Shona, Sindhî, Slovaque, Slovène, Somali, Soundanais, Suédois, Swahili, Tadjik, Tamoul, Tatar, Tchèque, Telugu, Thaï, Turc, Turkmène, Ukrainien, Urdu, Vietnamien, Xhosa, Yiddish, Yorouba, Zoulou, indonésien, Traduction en langue.

Copyright ©2024 I Love Translation. All reserved.

E-mail: